Un pò di luce in quella terrazza, come quando non sai se restare in una riga, o andare come quella meravigliosa pioggia, che non c’è nelle giornate più ricche. Dovevo dormire, tra quella mezza luna e quel rosso di “Red” però a guardare la luce, mi sorprese il dolore che sentono gli occhi di chi ha visto, viaggiato, e tace sulla bellezza.
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Io credo “ho amato” quando il tempo si riposa
E chiude docilmente sul mio cuore le sue ali
E mi riconcilia l’inverno con le voci conosciute
E sento una mano appoggiata sulle spalle
Come chi s’inchina ma non prega ancora.
Io credo ho amato quando vedo certi occhi,
Cambiare uniforme e cambiare divisa,
E ammetto in silenzio: ho capito la missione
E la voce che si spezza è la voce che si eleva
Io credo “ho amato” quando guardo la mia casa
E vedo l’anima accendersi ancora.
Come la voce
si trasforma l’amore
più rude o più dolce, fino a cadere,
cambia come cambia la pelle
si veste di memoria, accoglie vento e luce
si spoglia di vigore,
emana pioggia o sorrisi
e per momenti ci rende noi stessi
come una voce che ci ricorda di vivere
Io pensavo
che eri un deserto fatto di parole, sempre quasi mie.
Parole che tendono spesso al silenzio,
senza una mano,
senza un corpo
o degli occhi che uccidono
il sentimento con uno sguardo.
Allora appoggiavo la testa
su sogni incendiati,
estinti,
appena si accende la triste realtà
Riscoperta alla luce del giorno.
Poi arrivo in questo ospedale e in mezzo a quei padiglioni si lamenta un mezzo albero verde, in realtà, non parla. È stanco di lamentarsi, di essere l’unico a tirar su l’animo di questa gente malata e quei dottori vestiti in bianco, che investono lo spazio di pietra senza molti colori. È stanco di ripetere: “Guardate! Sono qui, alto e vi vedo! Se non mi chino è per voi! Se cresco ancora è per voi.”
Passo, come passa tutta la gente accanto, e lascio l’albero, simile ad un cedro libanese, solo di nuovo. Ma è lui, si, lui a farmi amare quel poco di natura, che ancora si conserva.
http://youtu.be/7Xf-Lesrkuc
“Disse che era vecchio;
La sua carta d’identità
lo dimostrava,
Però ebbe negli occhi un fuoco
che appartiene solo ai folli,
ai folli sventurati.
Mancò le sue proprie regole di gioco
e col suo odio
riversò la mia anima,
Per un bacio che non volle donare;
Colui che insegnava la gente a donare…”
Sighs*